Gli USA e il Fascino del Nuovo Imperatore
C’è qualcosa di sublime nell’ironia della storia: la patria della democrazia moderna, la terra delle opportunità, il faro della libertà per milioni di persone, è riuscita a eleggere un leader che sembra uscito dal manuale del “Dittatore per Principianti.” Signore e signori, bentornati nel teatro della politica globale, dove gli Stati Uniti si sono guadagnati il loro nuovo titolo non ufficiale: esportatori di democrazia con una clausola speciale per l’uso interno

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Il Nuovo Corso di Trump: Ovvero, L’Imperatore Ha Sempre Ragione
Dopo la sua trionfale rielezione nel 2024, Donald J. Trump ha promesso agli americani il meglio: posti di lavoro, ordine, grandezza nazionale. Ma per il resto del mondo e per i suoi oppositori interni, la nuova amministrazione sembra più un reality show in cui l’imperatore – pardon, il presidente – decide chi merita di restare nello staff statale e chi verrà epurato a suon di tweet (o come si chiamerà il suo nuovo social network privato).
A quanto pare, Trump non sta solo riformando la burocrazia americana, ma sta anche esportando una nuova versione di “diplomazia muscolare.” Ricatti ai governi alleati, minacce commerciali ai partner economici e un fracking spinto fino all’ultimo grammo di petrolio, tutto in nome del primato americano. Insomma, una sorta di America First rivisitata in salsa imperiale.
I Paralleli Storici: Quando la Storia si Ripete
Mentre gli USA si crogiolano nel loro nuovo corso, non si può fare a meno di notare come tutto questo assomigli a un déjà vu storico. Mussolini negli anni ’20 e Hitler negli anni ’30 salparono sulla stessa barca: crisi economiche devastanti, disillusione del popolo e un bisogno spasmodico di ordine.
La Crisi Economica e il Malcontento
Nel 1922, l’Italia usciva dalla Prima Guerra Mondiale con un senso di “vittoria mutilata.” Disoccupazione, inflazione, scioperi: un mix esplosivo che spinse il ceto medio a sognare l’uomo forte. In Germania, l’umiliazione del Trattato di Versailles e l’iperinflazione portarono Hitler a conquistare i cuori (e i voti) di milioni di tedeschi.
E gli Stati Uniti di oggi? Dopo la crisi finanziaria del 2008, i ceti medi e bassi hanno visto le loro vite stravolte dalla globalizzazione e dalla deindustrializzazione. Trump ha abilmente cavalcato questa onda di malcontento, ripromettendosi di restituire agli americani il sogno perduto.
La Strategia di “Legalità Apparente”
Mussolini fu nominato capo del governo dal re Vittorio Emanuele III; Hitler usò la democrazia per eliminare la democrazia stessa. Trump, con il suo ritorno alla Casa Bianca, ha dimostrato ancora una volta che si possono vincere le elezioni democratiche e poi usarle per consolidare il potere personale. Dopotutto, non è così diverso dal passato, solo che oggi c’è Twitter (o una sua versione aggiornata) a documentare il tutto in diretta.
Il Nemico Comune
Non c’è dittatore che si rispetti senza un capro espiatorio. Mussolini aveva i comunisti, Hitler aveva gli ebrei e i bolscevichi, e Trump ha i media, la sinistra radicale e, ovviamente, gli immigrati. Ah, dimenticavo: anche i funzionari pubblici che non gli giurano fedeltà rischiano di diventare il nemico del giorno.
L’Impero delle Contraddizioni
Che dire? Gli Stati Uniti sono sempre stati un paese di contraddizioni: una nazione costruita su ideali democratici, ma che non si è mai fatta problemi a piegarli quando necessario. Con Trump alla guida, stiamo assistendo a una nuova fase di questa storia. Il paese che per decenni ha esportato democrazia ora sembra intenzionato a importare un po’ di autoritarismo.
Forse Mussolini e Hitler non avevano i social media, ma se li avessero avuti, avrebbero probabilmente tweetato qualcosa come: “@Trump Complimenti! Benvenuto nel club degli uomini forti! #MarciaSuWashington.”
Dopo tutto, la storia non si ripete mai esattamente, ma a volte fa rima. E l’America, oggi, sembra avere deciso di riscrivere una strofa che conosciamo fin troppo bene.
Daniele Prandelli
www.prandelliweb.com